Covid-19 e la cura con plasma iperimmune, serve chiarezza

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Plasma iperimmune

In questi giorni stanno circolando sui vari social network, chat e purtroppo anche su alcune testate giornalistiche notizie “vere a metà”. Come al solito il titolo è “roboante” e recita più o meno così: “Coronavirus, la cura c’è ma non se ne parla”.

Proviamo a fare chiarezza su quanto sta accadendo in alcuni ospedali Italiani dove è partita la sperimentazione cui si fa riferimento e cioè l’utilizzo del “plasma iperimmune da pazienti convalescenti”.

La prima cosa da chiarire è che non si tratta di un vaccino ma appunto di una cura.

Il plasma è una componente del sangue, per ottenerlo viene sottoposto il donatore (volontario) alla cosiddetta “plasmaferesi” che consiste nel prelevare il sangue al donatore che poi passa attraverso una macchina che ne trattiene appunto il plasma, mentre i globuli rossi verranno rinfusi nel donatore. Il plasma iperimmune ha un alto titolo di immunoglobuline per una determinata malattia e per ottenerlo va prelevato da donatori convalescenti, cioè che hanno superato la malattia ed hanno prodotto gli anticorpi utili per combatterla e sconfiggerla.

Per ottenere il plasma iperimmune per curare un paziente affetto da Covid-19 è necessario quindi che un donatore volontario “guarito” (deve cioè esserne stata accertata sia la malattia che la guarigione tramite tampone) doni volontariamente il suo plasma.

Attualmente la sperimentazione è in corso in alcune Regioni Italiane ed AVIS Nazionale sta seguendo da vicino e molto attentamente l’andamento della sperimentazione, lo stesso Presidente Nazionale Gianpietro Briola in diversi interventi ha rimarcato l’importanza di questa sperimentazione ed in merito alle sopracitate “mezze verità” si è espresso ieri con queste parole:

“Si è dimostrato che in molti casi il plasma è efficace per gli anticorpi presenti nei soggetti guariti, ma con il plasma prelevato si somministrano anche sostanze non necessarie per il trattamento di determinate patologie. Quindi, rappresenta una terapia sperimentale ed emergenziale già nota per altre malattie. Serve ora capire quali sono gli anticorpi efficaci, isolarli, purificarli e poi somministrare solo quelli in dose controllata e farmacologica. Come avviene per le immunoglobuline antitetaniche, ad esempio. È comunque importante sottolineare che questo approccio ha dimostrato che il plasma contiene degli elementi che funzionano contro il virus e lo neutralizzano.

AVIS, insieme al mondo scientifico e al Centro Nazionale Sangue, sta seguendo con molta attenzione l’evoluzione e si sta adoperando per studiare queste opportunità. Al momento, però, è importante mantenere la calma e informarsi sempre attraverso fonti attendibili e non creare false aspettative. Appena conosceremo il test che meglio è in grado di rilevare e dosare questi specifici anticorpi e non appena le aziende di plasmaderivazione saranno in grado di produrre le immunoglobuline specifiche, coinvolgeremo la generosità dei donatori per la plasmaferesi”.

La comunità scientifica sta facendo del suo meglio per affrontare l’emergenza sanitaria da coronavirus: noi possiamo seguire con interesse lo sviluppo della ricerca e informarci sui risultati da fonti sicure e attendibili.

Per approfondire
1) http://donatorih24.it/multimedia/il-dono-dei-guariti-contro-la-pandemia/
2) https://www.avis.it/2020/05/02/covid-19-plasma-iperimmune-e-fake-news-ecco-perche-e-importante-non-creare-false-aspettative/
3) https://www.avis.it/2020/04/17/plasma-iperimmune-e-test-sierologici-il-video-del-presidente-briola-che-spiega-le-sperimentazioni-attuali/
4) http://donatorih24.it/2020/04/24/coronavirus-terapia-plasma-domande-principali/
5) https://www.avis.it/2020/04/14/coronavirus-dalla-lombardia-alla-puglia-via-alla-sperimentazione-con-il-plasma-dei-guariti/
6) https://www.avis.it/2020/03/30/coronavirus-a-pavia-la-sperimentazione-con-il-plasma-iperimmune-briola-la-vera-sfida-sara-produrre-immunoglobuline-specifiche/