Io, donatore di sangue, ho scoperto per caso di avere la Febbre del Nilo

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Io, donatore di sangue, ho scoperto per caso di avere la Febbre del Nilo

Il racconto di Edoardo, promoter finanziario di 60 anni: «A pochi giorni dalla donazione mi hanno chiamato dall’ospedale, ma io non mi sono mai mosso dalla città».
 

«Conduco una vita sana, corro, nuoto, vado in bicicletta, mi cimento nelle gare di triathlon e non sono mai fermo. Mi sono sempre reputato sano, per questo ho deciso di donare il sangue. Ero alla mia prima donazione e adesso sono io che devo ringraziare perché senza quel prelievo mai avrei scoperto di avere la Febbre del Nilo. All’Ats di via Padova mi hanno detto che sono stato il primo caso di Milano». Edoardo Meridiani, 60 anni, ex bancario e oggi promoter finanziario ma con la passione dei cani (è presidente della Sailor Dog – Associazione cinefila di Salvataggio nautico) sembra davvero incredulo: «Mai avrei pensato di prendermi questa malattia, non ho la più pallida idea di quando mi abbia punto la zanzara infetta, so solo che io non mi sono spostato da Milano. Solo un giorno sono andato in provincia di Novara, a trovare degli amici. In ferie devo ancora andare».

 

La donazione

Edoardo si è presentato al Policlinico di Milano per la sua prima donazione venerdì 17 agosto. Dal momento che era la prima volta i controlli sono stati più approfonditi. Un’ora dopo è risultato idoneo e gli è stata prelevata una sacca di sangue. Tornato a casa, nel fine settimana ha cominciato a sentirsi poco bene. Debolezza, stanchezza, febbriciattola e infine un rush cutaneo su tutto il corpo: «Sembrava morbillo! Mi chiedevano tutti se avessi fatto la malattia, ma io non me lo ricordo!». «Lunedì sono andato dal mio medico che guardandomi ha pensato a un’intossicazione alimentare e mi ha prescritto un antistaminico e del cortisone» racconta Edoardo. Due giorni dopo la chiamata dal Policlinico e la diagnosi vera: West Nile. «Confesso che ci sono rimasto secco – dice – ma così la mia spossatezza aveva un perché. Mi hanno chiesto se ho frequentato luoghi con zanzare, ma io sto chiuso in casa con l’aria condizionata, sono uscito solo per andare a correre al parco Lambro, chissà, forse sono stato punto là. Per fortuna non ho preso la forma più grave, ho sentito che sono morte delle persone».

 

Non ci sono cure

I medici hanno rassicurato Edoardo sulle sue condizioni e gli hanno spiegato che non è infettivo, che la malattia non si trasmette da uomo a uomo e che quindi può muoversi liberamente. West Nile nell’80% dei casi è praticamente asintomatica. Il 22 agosto ha ripetuto il test: ancora positivo ma il picco c’è stato con lo sfogo cutaneo, ora la malattia è in fase calante. «Certo, mi è stato detto che il mio sistema immunitario è indebolito, che sta lavorando sodo e mi è stato suggerito di non farmi pungere da un’altra zanzara perché potrebbe portare altre malattie che in questo momento potrei non riuscire a combattere . Ma non è facile! Per fortuna la temperatura è calata e io me ne sto chiuso in casa con l’aria condizionata». Come è noto, per West Nile non esiste ancora un vaccino e non disponiamo di farmaci efficaci. Le misure che possono essere impiegate si limitano pertanto alla protezione degli ambienti domestici (zanzariere, insetticidi) ed individuali (repellenti per insetti).

 

Come funziona per i donatori di sangue

Tutti i centri di donazione di sangue in Italia hanno messo in atto le misure di prevenzione per il West Nile. Chi ha soggiornato nella «zona rossa» anche solo per una notte non può donare per 28 giorni. Oppure dona ma viene eseguito un test per capire se c’è stata l’infezione. In caso di positività la sacca viene buttata. L’ultimo bollettino nazionale sulla sorveglianza West Nile datato 22 agosto parla di 255 casi e di questi 103 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Quaranta casi sono stati identificati in donatori di sangue grazie al test. Dieci i decessi confermati. In Lombardia, una delle ultime Regioni interessate sono per ora stati segnalati 22 contagi.

Fonte: Corriere della Sera